Santa Severina - La nave di Pietra
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U Castiaddru (2)
Entrando
nel
Mastio
e
dopo
un’atrio
a
botte,
ci
troviamo
in
un
grande
cortile
con
stanze
colme
di
reperti
che
sono
stati
trovati
durante
gli
scavi
nel
Castello
mentre
i
reperti
più
antichi,
affluiti
da
donazioni
private,
sono
nel
Museo
la
cui
entrata
e’
posta
a
sinistra
appena
si
entra
dal
portone
del
Campo
e
nello
stesso
posto
dove
si
effettua
la
vendita
dei
biglietti
per
l’ingresso.
Nel
cortile
ci
sono
due
scale
che
accedono
al
piano
nobile
con
una
lunga
sequenza
di
sale
e
saloni,
tutti
affrescati,
comprese
le
volte
dei
soffitti,
per
visitare
le
quali
occorre diverso tempo!
Mentre
possiamo
affermare
che
l’impianto
castellense
è
stato
edificato
dalla
famiglia
Carafa,
dobbiamo
riconoscere
ai
Grutther
il
merito
di
tutte
le
belle
cose
che
vediamo
al
suo
interno.
Essi
sono
stati
gli
ultimi
feudatari
di
Santa
Severina
dopo
i
Carafa,
i
Ruffo
e
gli
Sculco.
A
questo
punto
per
indicare
l’importanza
del
nostro
Castello,
desideriamo
citare
le
parole
usate
da
Nino
Cosco
buonanima,
amico
nostro
fraterno
e
grande
scrittore,
che
si
trovano
nel
romanzo
storico
“Il
Marchese
di
Crotone”.
“Il
Castello
di
Santa
Severina
possiede
un
suo
particolare
fascino,
un
fascino
che
attrae.
E’
dotato
di
una
misteriosa
anima
calamitante
che
ha
attirato
nel
suo
mastio
e
sopra
i
suoi
bastioni,
i
regnanti,
i
principi,
i
baroni
del
passato,
così
come
oggi
richiama
ed
attira
con
forza
irresistibile
studiosi,
archeologi,
storici,
politici,
visitatori
e
turisti.
Ed
è
questo
fascino
che
colloca
la
città
di
Santa
Severina
stabilmente,
con
un
ruolo
di
assoluta
preminenza,
nel
contesto
della
storia
della
Calabria
perchè
ogni
anno
della
nostra
storia
religiosa
e
militare,
per
secoli,
è
passato
da
questa
città,
dal
suo
Castello,
dal
suo
Vescovado
...
Degnamente
indica
questa
città
con
il
suo
Castello
come
la
futura,
magnifica
<Casa
della
Cultura
del
Mediterraneo.>
Non
abbiamo
voluto
scriverla
in
dialetto per non rischiare di rovinarla!
Trasiannu
intra
u
Palazzu
e,
doppu
a
trasuta
a
vutta,
truvamu
nu
ranni
vagghjiu
ccu
cammari
chi
ci
su
tanti
repici
c’hanu
truvatu
ari
scavi
du
Castiaddru
mentri
i
repici
cchiù
antichi,
chi
su
stati
puru
rigalati,
si
trovanu
intra
u
Museu
appena
trasi
du
purtuni
du
Campu
a
manu
manca
duvi
fanu
puri
i
buglietti
ppi
ra
visita.
Intra
u
vagghjiu
ci
sù
duvi
scali
che
sagghjianu
intra
cammari
e
cammaruni
tutti
pittati
puru
ari
chjiancati
chi
ppi
i
girari
tutti
ci
nni
vò
tiampu!
Mentri
putimu
diri
cu
Castiaddru
è
statu
fravicatu
da
famigghjia
Carafa,
tutti
i
biddrizzi
chi
vidimu
l’hanu
fatti
i
Grutther
chi
su
stati
l’urtimi
patrunui
i
Santa
Sivirina
doppu
i
Carafa,
i
Ruffu
e
ri
Scurcu.
A
su
puntu,
ppi
diri
veramente
cchid’è
u
Castiaddru
nuastru,
vulimu
scriviri
i
paroli
i
chira
buonanima
i
Ninu
Coscu,
amicu
nuastru
cuamu
nu
frati
e
ranni
scritturi,
chi
si
trovanu
intra
u
libru
“
U
Marchesi
i
Cutruani
”:
Il
castello
di
Santa
Severina
possiede
un
suo
particolare
fascino,
un
fascino
che
attrae.
E’
dotato
di
una
misteriosa
anima
calamitante
che
ha
attirato
nel
suo
mastio
e
nei
suoi
bastioni,
i
regnanti,
i
principi,
i
baroni
del
passato,
così
come
oggi
chiama
ed
attira
con
forza
irresistibile
studiosi,
archeologi,
storici,
uomini
politici,
visitatori
e
turisti.
Ed
è
questo
fascino
che
colloca
la
città
di
Santa
Severina
stabilmente,
con
un
ruolo
di
assoluta
preminenza,
nel
contesto
della
storia
della
Calabria
perché
ogni
anno
della
nostra
storia,
religiosa
e
militare
per
secoli,
è
passato
da
questa
città,
dal
suo castello, dal suo vescovado……
Degnamente
indica
questa
città
con
il
suo
castello
come
la
futura,
magnifica
<Casa
della
cultura
del
Mediterraneo>.
U
l’haju
vuluta
scriviiri
in
dialettu
ppi
nu ra stroppiari !
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